Presso gli Studi di Psicologia e Psicoterapia di Padova e Bassano del Grappa la Dr.ssa Manganoni affronta i sintomi e la cura dei Disturbi d’Ansia e Attacchi di Panico.
Disturbi d’Ansia
Etimologicamente la parola “ansia” deriva dal termine latino “anxia” (da angere = stringere).
L’ansia è un’esperienza emotiva comune, facente parte della vita quotidiana.
Solitamente, l’ansia rappresenta la normale risposta fisiologica dell’organismo a fattori ambientali stressanti. Quando però tale risposta risulta eccessiva e immotivata, in quanto non legata a fattori oggettivamente stressanti, possiamo parlare di Disturbi d’ansia.
In presenza di disturbi d’ansia, quest’ultima è più intensa, persiste più a lungo e può essere legata a particolari persone, ambienti o situazioni.
Questa modalità di approccio alla vita può condurre l’individuo a cronicizzare stress, ansia e scarsa autostima. Tale disagio viene definito Disturbo d’Ansia Generalizzato (diverso da altre forme ansiose come le fobie o le ossessioni).
La persona che soffre di Disturbo d’Ansia Generalizzato è continuamente preda di uno stato di agitazione e di tensione, accompagnato da costante inquietudine e da una preoccupazione cronica, incontrollabile, per qualsiasi genere di circostanza o di attività.
In particolare, in questo quadro clinico l’ansia e la preoccupazione sono associate con tre o più dei sei sintomi seguenti:
– irrequietezza o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle;
– facile affaticabilità;
– difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria;
– irritabilità;
– tensione muscolare;
– alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente).
Di conseguenza, la qualità della vita ne può risultare compromessa poiché l’individuo vive in uno stato di tensione continua.
Il Disturbo d’Ansia Generalizzato, se non riconosciuto e curato, può protrarsi per molti anni, riacutizzandosi nei momenti di maggiore stress. Infine, dato che non è determinato da una causa specifica o da un elemento scatenante, il sostegno psicologico e psicoterapeutico possono aiutare l’individuo a riconoscere il proprio disagio e a porvi rimedio, gestendo in modo più tranquillo e sereno la propria vita.
Attacchi di panico
Gli attacchi di panico non sono codificabili come disturbo a se stante, in quanto possono presentarsi in diverse situazioni cliniche, in vari disturbi d’ansia (disturbo di panico, fobia sociale, fobia specifica, disturbo post-traumatico da stress, disturbo acuto da stress) o nel corso di malattie organiche (ipertiroidismo). Pertanto, non esiste una diagnosi unicamente di “attacco di panico”, ma di Disturbi d’Ansia all’interno dei quali compaiono, o possono comparire, attacchi di panico inaspettati (non causati quindi da situazioni specifiche o prevedibili).
Gli attacchi di panico rientrano nella patologia della paura.
Generalmente, quando un individuo prova paura ha la sensazione che tutto sia pericoloso e stia “franando”.
Gli attacchi di panico consistono in un’esperienza di panico sperimentata in una situazione in cui non vi è una minaccia ambientale concreta.
La caratteristica fondamentale di un attacco di panico è un periodo preciso di intensa paura o disagio, accompagnato almeno da quattro dei seguenti sintomi:
– palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia;
– sudorazione;
– tremori fini o grandi scosse;
– dispnea o sensazioni di soffocamento;
– sensazioni di asfissia;
– dolori o fastidi al petto;
– nausea o disturbi addominali;
– sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento;
– derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi);
– paura di perdere il controllo o di impazzire;
– paura di morire;
– parestesie (sensazione di torpore o di formicolio);
– brividi o vampate di calore.
L’attacco di panico presenta un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice ed è spesso accompagnato da un senso di pericolo o di catastrofe imminente e da urgenza di allontanarsi.
Può essere definito come un episodio di ansia acuta senza sostegno, in cui l’organismo si sente solo e inadeguato ad affrontare un pericolo sentito come estremo.
L’eccitazione è così intensa, incontenibile e senza sostegno che l’individuo arriva ad avvertire pericolo di morte.
Da un punto di vista epidemiologico, il picco d’insorgenza di un primo attacco di panico si colloca normalmente tra la tarda adolescenza e i 35 anni.
Oggigiorno, questo periodo corrisponde a una fase del ciclo di vita caratterizzata dal distacco dalla famiglia d’origine e dall’acquisizione di una maggiore indipendenza. E’ un momento in cui diviene importante la ricerca di nuove appartenenze affettive e sociali.
Per favorire tale separazione, la famiglia d’origine dovrebbe costituire per l’individuo uno terreno sicuro (ground) stabile e flessibile, mentre l’ambiente nuovo (ciò che è fuori dalla famiglia) dovrebbe essere il luogo in cui trovare altri punti di riferimento rispetto ai quali collocarsi e nuove appartenenze consistenti nelle quali identificarsi e dalle quali differenziarsi.
Questo passaggio cruciale comporta la profonda ristrutturazione delle proprie appartenenze, dei propri sfondi sicuri ed espone la persona alla solitudine e alla propria vulnerabilità.
Le appartenenze sono parte significativa del terreno che sostiene l’organismo. Per questa ragione, quando questo è instabile l’individuo è esposto alla possibilità di crolli improvvisi e conseguentemente all’esperienza dell’attacco di panico.
La persona che soffre di attacchi di panico è sospesa fra appartenenze passate, che non la sostengono più, e appartenenze future che non la sostengono ancora.
Disturbo di panico
L’insorgenza del Disturbo di panico coincide spesso con un cambiamento significativo all’interno delle proprie appartenenze. Questo può avvenire secondo due modalità:
– una perdita indipendentemente dall’intenzione del soggetto: può trattarsi di un drastico cambiamento di contesto, una perdita affettiva importante o l’improvvisa scoperta di una profonda solitudine affettiva;
– la persona evolutivamente si separa da appartenenze acquisite (in questo caso l’attacco di panico è sintomatico di una troppo rapida evoluzione in corso).
L’imprevedibilità che caratterizza la comparsa degli attacchi di panico è un’esperienza che crea spesso un forte disorientamento. Infatti, l’individuo può sentirsi smarrito nello sperimentare una perdita di autonomia in una fase del ciclo vitale in cui si sta muovendo verso un’autonomia maggiore. Di conseguenza, la persona può vivere in modo frustrante questa improvvisa diminuzione dell’indipendenza.
L’essere soli di fronte alla complessità del mondo è un’esperienza che richiede sia il sostegno dei legami affettivi che di quelli sociali.
Curare ansia e panico
Il sostegno psicologico e psicoterapeutico possono curare i disturbi d’ansia, il panico e il senso di solitudine, favorendo nel paziente il recupero della sua esperienza, del suo senso di terrore e la costruzione di uno terreno sicuro.