Parlarsi non è l’unico modo di comunicare della coppia. Ogni gesto, movimento del corpo e comportamento veicola un messaggio.
L’aspetto di relazione è frequentemente trasmesso mediante i canali comunicativi non verbali, come: tono della voce, sguardo, postura del corpo, vicinanza e mimica facciale.
Per es. quando la coppia litiga di rado lo fa perché è in disaccordo rispetto al contenuto della comunicazione, ma perché si definisce l’un l’altra in modo inaccettabile: sta discutendo sulla loro relazione e, se non trova un accordo, continuerà a farlo, instaurando un conflitto di coppia.
Una coppia è tanto vitale quanto più sa vivere il conflitto di coppia come un’occasione di confronto e accrescimento della propria relazione. Frequentemente, c’è il timore che il conflitto distrugga la coppia e si preferisce sopravvivere all’insoddisfazione (trattenendo i non-detti) piuttosto che rischiare un cambiamento.
Esistono diversi modi di evitare il cambiamento, come: negare l’esistenza stessa del disagio (affermando che tutti hanno problemi), interrompere gradualmente la comunicazione, spostare il conflitto di coppia su altre questioni o attribuire all’Altro la responsabilità di come vanno le cose, considerando il proprio comportamento come una conseguenza di quello altrui.
Inoltre, se con le parole può risultare facile mentire, più difficile è riuscirci con la comunicazione non verbale. Il nostro corpo trasmette una serie di messaggi che comunicano a chi ci sta accanto cosa pensiamo e come ci sentiamo, al di là di ciò che stiamo dicendo a parole.
Ne segue quindi, che quando la comunicazione di coppia diviene ambigua possono scaturire disagio e incomprensioni anche di natura sessuale. Per questa ragione, sono frequenti i disturbi sessuali di coppia.
Infine, vi è la possibilità che in presenza di un disagio o conflitto di coppia si crei una spirale di attribuzione di colpa reciproca che è fonte di sofferenza.