Dalla fine della relazione affettiva alla separazione

Premesso che è impossibile vivere una relazione pienamente soddisfacente e senza conflitti, evitare le discussioni e i momenti di crisi non fa che ostacolare la longevità della relazione di coppia.

Giungere alla consapevolezza che la relazione affettiva con il proprio partner non funziona è un processo impegnativo e doloroso, spesso anche carico di tentativi nel trovare smentite al proprio sentire. A ciò può aggiungersi un senso di vergogna e d’inadeguatezza per il timore di aver fallito il proprio matrimonio.

E’ possibile rendersi conto che la propria relazione affettiva non vada avanti, oppure che sia giunta alla sua fine naturale.

Una volta acquisita una visione chiara della fine della relazione affettiva, il cammino da percorrere per quella coppia non è terminato, ma ha inizio. Comincia, così, un periodo logorante, durante il quale viene rimandata frequentemente ogni decisione definitiva con la speranza di tornare indietro col tempo, a quando si era felicemente insieme, oppure perché si teme di sbagliare, o ancora perché non si trova il coraggio di decidere, alimentando così delle paure poco giustificate (tra le quali: ferire i parenti, restare da soli, non farcela economicamente, non piacere più a nessuno).

Se da una parte si cerca un appiglio pur di non accettare la triste realtà, dall’altra parte affiorano le prime violenze verbali che colpiscono nel profondo.

Si può arrivare ad evitare quella vicinanza divenuta litiosa e pericolosa, impegnandosi in altre attività al di fuori della coppia. I partners possono, così, ritrovarsi buoni compagni che condividono la stessa casa e discutono assieme dei figli. Questa, seppur molto rara, è la migliore delle possibilità, in quanto pur essendo venute meno le basilari componenti di un rapporto d’amore, resta intatto un rapporto umano fra i due.

Chi ha figli vive un maggior carico di timori e di senso di colpa, domandandosi: “Come ci giudicheranno”? “Quali ripercussioni avrà sulla loro vita il vederci vivere separati”?

I bambini sicuramente, insieme ai coniugi, sono i primi a venir investiti in prima persona dagli eventi e, soprattutto, possono soffrire se non gli vengono fornite delle spiegazioni comprensibili.

A volte può succedere che, nonostante la decisione della separazione sia stata presa di comune accordo da parte della coppia, riemerga l’improvviso desiderio di riconciliazione. Si tratta di una reazione comune allo smarrimento di fronte a un futuro ignoto.

La separazione comporta la rottura di quel legame profondo venutosi ad instaurare tra due persone, consolidato dalla vita in comune e dalle abitudini, dal quale sono nate delle reciproche promesse e dei compromessi trovati e sofferti. Inoltre, determina il venir meno di un fondamentale punto di riferimento che può far sperimentare un profondo senso di solitudine e di abbandono.

Allo stesso tempo, una volta presa la decisione della separazione non significa che sia preclusa per sempre la possibilità di ripensamento e di riconciliazione. Significa semplicemente che per adesso il matrimonio è finito.

 

Come affrontare la fine della relazione affettiva

 

Insieme alla Dr.ssa Manganoni, Psicologo Psicoterapeuta della Gestalt a Padova e Bassano del Grappa (VI), è possibile cercare di dare un senso alla fine della relazione affettiva e di capire cosa sia accaduto. Questo passaggio è certamente doloroso, ma utile per elaborare il dolore e riprendere in mano la propria vita. Richiede il coraggio di guardare in se stessi e la pazienza di lasciare che la sofferenza faccia il suo corso.

La separazione e la fine di una relazione affettiva sono traumi pari a un lutto. Pertanto, è auspicabile dedicare, all’interno di uno spazio di psicoterapia, un tempo a:

–          comprendere la relazione (il passato);

–          concentrarsi sui cambiamenti in meglio (il futuro);

–          sostare sul qui-e-ora del momento in cui il dolore si fa più forte (il presente).

Il rischio nel rimanere bloccati nel tempo passato può essere lo sviluppo di stati depressivi, mentre quello di aver troppa fretta di andare avanti può essere quello di precipitare.

Con il giusto tempo (variabile da persona e persona) e l’impegno a non prendere scorciatoie è possibile tornare a vivere con pienezza e ri-aprirsi alla vita.

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L’autrice: Dr.ssa Miriam Manganoni

La Dr.ssa Manganoni Miriam è Psicologo e Psicoterapeuta. Esercita la libera professione presso gli Studi di Psicologia di Padova e Bassano del Grappa (località Ca' Baroncello, S. Giuseppe di Cassola). E' laureata in Psicologia presso l'Università di Padova ed è specializzata in Psicoterapia della Gestalt. Si è perfezionata in Psicoprofilassi ostetrica.

Pubblicato in Terapia di Coppia