Presso gli Studi di Psicologia e Psicoterapia di Padova e Bassano del Grappa, la Dr.ssa Manganoni affronta i sintomi della depressione post partum e degli altri disturbi dell’umore dopo parto, che possono interessare la neomamma.
Oggigiorno l’età media in cui viene ricercata una gravidanza è sopra i 30 anni. A ciò si aggiunge il fatto che nella società post moderna il legame di coppia è diventato difficoltoso a causa dell’emergere di tematiche e problematiche diverse da quelle delle generazioni precedenti.
In particolare, dal dopoguerra a oggi la coppia si è trovata per la prima volta a vivere insieme per un lungo periodo, senza poter contare sul sostegno della famiglia allargata. Di conseguenza, questi cambiamenti hanno influenzato la tradizionale divisione degli spazi (la donna a casa e l’uomo fuori), la cura dei piccoli (di cui se ne occupano sempre più i padri) e il sostegno familiare (la donna contribuisce economicamente), determinando così la crisi dell’uomo (non più detentore della polis), lo stress da “ipercompetenza” della donna (che ai compiti tradizionali deve aggiungere quelli del lavoro) e la ricerca di un figlio sempre più come una scelta ponderata.
La nostra società ha, quindi, contribuito a posticipare il progetto generativo dopo la realizzazione di obiettivi personali e professionali.
Allo stesso tempo, la società post moderna non educa al linguaggio del corpo. Un esempio significativo e dilagante di questa desensibilizzazione corporea è dato da come alcune donne affrontano le modificazioni del proprio corpo durante la gravidanza.
L’attenzione è rivolta al corpo che si allarga e si deforma, aumentando la preoccupazione di perdere il controllo della linea.
Tali vissuti possono così determinare, l’aumento dei casi di depressione post partum e di altri disturbi dell’umore dopo parto.
Di seguito, vengono descritti i sintomi dei vari disturbi dell’umore che possono insorgere nel periodo successivo all’evento parto.
1) Baby blues (o “Sindrome del terzo giorno)
Il quadro clinico definito Baby blues o “Sindrome del terzo giorno” colpisce la stragrande maggioranza delle madri (dal 50 all’84%).
Si tratta di un disturbo emotivo leggero legato alle grandi alterazioni ormonali che avvengono qualche giorno dopo il parto (stress psicofisico correlato al momento del travaglio e del parto, complicazioni fisiche del post partum come i postumi dell’episiotomia o del taglio cesareo che limitano l’autonomia della neomamma).
Il suo esordio avviene in 3°-4° giornata dal parto.
La sintomatologia del Baby blues riguarda la variazione dello stato affettivo (sbalzi di umore, umore labile con facile tendenza al pianto, tristezza, ansia, mancanza di concentrazione, sensazione di dipendenza, fatica fisica, ansia legata all’aumento della responsabilità, insorgenza di imprevisti o contrasti con i familiari), che si risolve spontaneamente entro 7-10 giorni.
Il trattamento del Baby blues richiede la condivisione delle esperienze provate con altre neo mamme e la possibilità di progettare una buona divisione dei compiti con il partner e i familiari stretti.
2) Depressione Post partum
Il quadro clinico definito Depressione Post partum o “Depressione dopo il parto” colpisce fino al 10-15% delle madri.
Si tratta di un disturbo dell’umore legato alle condizioni del parto o del bambino nei momenti immediatamente successivi alla nascita.
Il suo esordio avviene dal 3° mese al primo anno dopo il parto.
La sintomatologia della Despressione Post partum riguarda:
– eccessiva preoccupazione o ansia;
– irritabilità, sensazioni di sovraccarico e sotto pressione;
– difficoltà nel prendere decisioni;
– umore depresso;
– perdita di speranza nel futuro;
– marcata perdita di interesse o di piacere nel fare le cose;
– compromissione del sonno e dell’appetito;
– sentimenti di colpa, vergogna e inidoneità al ruolo di madre (avvertire il bambino come un peso, non riuscire a provare emozioni nei suoi confronti, sentirsi inadeguate nella cura del bambino, avere paura di restare sole con lui, pensare di essere madri e mogli incapaci, non riuscire a concentrarsi nelle cose quotidiane aventi a che fare con l’interazione madre-bambino come riconoscimento dei bisogni reciproci, sintonizzazione emotiva, semplici cure parentali).
Il grado di gravità di questo quadro clinico può variare da episodi di depressione minore fino a episodi di grave depressione maggiore.
Esistono diverse forme di Depressione Post partum:
– con tendenza all’isolamento e ritiro dalle interazioni col bambino (perdita d’iniziativa, diminuzione della stimolazione verbale e ludica, devitalizzazione della comunicazione, mancata trasmissione di gioia);
– con agitazione inquieta caratterizzata da intrusività e mancanza di rispetto per i ritmi del bambino (scarsa interazione corporea).
Una Depressione Post partum non curata tende a cronicizzare nel tempo e riduce le possibilità di sviluppare una buona sintonia col bambino (aumentando il disagio e complicando la soluzione del quadro depressivo stesso).
Infine, tale sintomatologia depressiva della madre può determinare nel bambino un conseguente disturbo nello sviluppo.
I fattori di rischio della Depresione Post partum sono:
– episodi di ansia o depressione durante la gravidanza;
– storia personale o familiare di depressione;
– eventi traumatici nell’ultimo anno (lutti);
– conflitti coniugali;
– isolamento sociale o condizioni socioeconomiche sfavorevoli;
– storia di sindrome premestruale o disturbo disforico premestruale;
– precedenti episodi di depressione post partum;
– disturbi della funzionalità tiroidea.
Il trattamento della Depressione Post partum prevede come primo passo il riconoscimento dei sintomi, parlandone con personale preparato. Per questa ragione risulta fondamentale il coinvolgimento dei familiari più vicini.
Una buona terapia della Depressione Post partum si basa su un percorso di sostegno psicologico e psicoterapeutico, da integrare ad eventuale trattamento farmacologico.
3) Psicosi puerperale (o Psicosi Post partum)
Il quadro clinico definito Psicosi puerperale o “Psicosi Pos-partum” è una condizione depressiva estremamente grave che colpisce l’ 1-2% delle donne.
Il suo esordio è molto precoce, in genere entro le prime 4 settimane dopo il parto.
La sintomatologia della Psicosi puerperale riguarda:
– intensa angoscia relativa all’incapacità di accudire il proprio bambino;
– gravi oscillazioni del tono dell’umore;
– stato confusionale;
– insonnia e rifiuto del cibo;
– eloquio e comportamento disorganizzato e/o eccentrico;
– paranoia, vissuti persecutori;
– deliri specifici, ossia idee non aventi alcuna corrispondenza con i dati della realtà (per esempio delirio di possessione demoniaca del neonato);
– allucinazioni, ossia percezioni di cose o eventi inesistenti ma ritenuti reali che tipicamente coinvolgono i sensi della vista e dell’udito (un esempio può essere la voce che ordina di uccidere il bambino).
La neomamma perde il contatto della realtà e frequentemente si creano le condizioni per l’infanticidio e/o il suicidio.
A livello psicologico le convinzioni materne sulla propria incapacità si traducono nel sentimento di essere “il male” e spesso tale idea viene proiettata, spostata sul bambino che diviene “il demone” da eliminare.
I fattori di rischio della Psicosi puerperale sono gli stessi indicati per la Depressione Post partum, ma è molto più presente ed incisiva la familiarità con la schizofrenia e la psicosi maniaco-depressiva.
Il trattamento della Psicosi puerperale è un aspetto problematico perchè la donna non riesce a riconoscere di avere una patologia grave. Lo scarso contatto con la realtà lo rende impossibile. Di conseguenza, spesso non accetta il trattamento.
La Psicosi puerperale richiede al fine di essere trattata efficacemente, un immediato ricovero ospedaliero. Se presa in tempo, spesso la risoluzione può essere rapida e positiva.
Ancora di più che nelle altre forme di condizione depressiva post partum è importante la sensibilità, il sostegno integrato medico-psicologico e l’intervento di coloro che si occupano della neomamma (familiari e parenti stretti).