Paziente e terapeuta sono seduti frontalmente, senza tavolo di mezzo.
Il paziente è libero di regolare la distanza e l’angolazione rispetto al terapeuta.
Normalmente, ci si incontra una volta alla settimana.
La Psicoterapia della Gestalt lavora sul processo, osservando gli schemi relazionali impliciti con cui la persona entra in contatto con l’ambiente circostante (il “COME” piuttosto che il contenuto), a partire dalla respirazione e da tutti i processi corporei di relazione (movimenti, postura…), fino al significato relazionale dei sogni raccontati al terapeuta.
La relazione terapeutica è considerata dalla Psicoterapia della Gestalt come un’esperienza reale che nasce e ha una sua storia nello spazio che c’è TRA paziente e terapeuta e non come il risultato di proiezioni di schemi transferali del passato del paziente. Rappresenta, un modo in cui il paziente dà implicitamente al terapeuta e a se stesso l’occasione di rifare una storia relazionale.
Nella relazione terapeutica accade la possibilità di portare a compimento delle intenzionalità di contatto che consentono al paziente di percepire se stesso e le situazioni diversamente, di sentirsi più libero e capace di dare il proprio contributo alle relazioni e al mondo in cui vive.
Scopo della cura: ripristinare la spontaneità del paziente nel contattare l’ambiente.
Secondo la Psicoterapia della Gestalt ciò che cura non è la comprensione razionale e il controllo di un determinato disagio/disturbo, ma l’aiutare il paziente a vivere pienamente rispettando la propria innata capacità di regolarsi nella relazione, non solo a livello verbale, ma anche a livello di spontanea attivazione delle strutture neuro-corporee preposte alla vita di relazione.
Il terapeuta, oltre al suo ruolo di cura, è definito come un compagno di viaggio del paziente. In tal senso, la Psicoterapia della Gestalt considera la relazione terapeutica come l’accadere e il rivelarsi di una co-creazione tra paziente e terapeuta.
L’attenzione del terapeuta è rivolta al qui-e-ora della relazione (al tempo presente), mentre la sua cura è rivolta al qui-per-il passo successivo.